L'AREA ARCHEOLOGICA DI SA FIGU

ITTIRI (Sassari) - SARDEGNA - ITALIA

 

 

L’area archeologica di Sa Figu è ubicata nella Sardegna Nord-Occidentale, all’estremità meridionale dell’altipiano di Coros, a Nord-Est dell’abitato di Ittiri (Provincia di Sassari), a oltre 400 metri s.l.m.; la posizione particolarmente elevata permetteva un ampio dominio su un tratto del corso vallivo del Rio Mannu e soprattutto sulla sottostante area di San Maurizio (con l’omonimo santuario medievale) nei cui pressi, in una costa calcarea fortemente digradante, è scavata la necropoli a domus de janas di Ochila.

La prima segnalazione della necropoli di “Nuraghe Sa Figu” si deve a Ercole Contu (Notiziario-Sardegna, “R.S.P.”, XVI, 1961, p. 276), che individuò quattro tombe (le attuali Tombe I-IV); fra queste, che lo stesso Contu definiva “già violate in antico, fu intrapreso lo scavo della Tomba I e della Tomba III, le quali diedero materiali databili almeno al Bronzo Medio II (pisside con orlo a “tesa interna” ed ornato metopale), sebbene lo studio integrale dei reperti – affidato alla compianta Maria Luisa Ferrarese Ceruti – non abbia mai visto la luce. Ancora E. Contu segnala, nel 1978 (Il significato della “stele” nelle tombe di giganti, Quaderni della Soprintendenza archeologica di SS e NU, 8, Dessì, Sassari, 1978, pp. 16, 66 nota 22, tav. VI) la singolare Tomba V, mentre più di recente le ricognizioni di Salvatore Merella hanno portato alla scoperta delle ultime due tombe della necropoli, la Tomba VI e la Tomba VII. Del 2002 è la scoperta, ad opera di Paolo Melis, della tomba VIII (a prospetto architettonico) e di altre tre domus de janas: due parzialmente scavate (la tomba IX e la X) ed una ancora interamente sepolta (Tomba XI). Vi sono inoltre tracce della possibile presenza di ulteriori tombe ancora sepolte, ed altre certamente furono distrutte durante la realizzazione o l’ampliamento di quelle attualmente esistenti. Dal primo intervento di Contu, nel 1961, nessun altro scavo è mai stato effettuato nell’area della necropoli, sino alla ripresa attuale con le campagne 2001-2003.

La necropoli di “Sa Figu” si caratterizza per la presenza di due distinte fasi di utilizzo: la prima, nel Neolitico Recente/Eneolitico (culture di Ozieri e di Monte Claro), con la realizzazione di un piccolo gruppo di tombe ipogeiche del tipo “domus de janas”: in questo periodo vennero scavate le Tombe I, II, III, VI, IX, X e XI, e forse altre ancora oggi distrutte o sepolte. Successivamente, agli albori della civiltà nuragica, nella Media Età del Bronzo (circa 1700-1300 a.C.), almeno tre ipogei (Tombe II, III e VI) vennero ampliati e trasformati in “domus a prospetto architettonico”, con l’aggiunta, in facciata, degli elementi tipici delle tombe di giganti: stele centinata ed esedra semicircolare. A causa della morfologia del sito (priva di alte pareti di roccia), gli elementi delle tombe di giganti vennero scolpiti a parte ed applicati sulla fronte. Fanno invece eccezione le Tombe IV, V, VII e VIII, realizzate ex-novo, che furono invece interamente scavate nella roccia: la Tomba V addirittura in un masso erratico, come la ben nota Tomba di Campu Lontanu a Florinas (SS), sebbene sia priva del prospetto centinato (forse asportato).

A breve distanza dalla necropoli, presso il nuraghe "Sa Figu", è presente una singolare struttura megalitica di pianta semicircolare: un "cromlech", a ridosso del bordo precipite di una rupe di roccia calcarea. Lo scavo integrale della struttura  ne ha consentito l'attribuzione all'Età del Rame (Cultura di Monte Claro) e la sua interpretazione come luogo di culto, con strette analogie con il santuario di Biriai-Oliena-NU e con il circolo megalitico di Monte Baranta-Olmedo-SS. La struttura venne poi riutilizzata, presumibilmente come spazio di abitazione, in epoca nuragica (a partire dal Bronzo Medio I: fase di Sa Turricula), in contemporanea con lo scavo delle "domus a prospetto architettonico".

 

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